Una scuola non partecipata

3 Giugno 2024

L’educazione in luoghi condivisi

Il recupero di un fabbricato fatiscente, in cui dopo oltre vent’anni si iniziano i lavori di ristrutturazione, dovrebbe sempre essere motivo di orgoglio e soddisfazione da parte della cittadinanza. I fondi del PNRR hanno infatti permesso a questa amministrazione di programmare un cospicuo numero di interventi volti a ripristinare diversi edifici di proprietà comunale.

Perché allora avanzare osservazioni su questi recuperi? Il fatto è che, indipendentemente che la provenienza sia europea o nazionale, l’amministrazione deve essere responsabile nell’utilizzo di risorse provenienti dalle tasche dei cittadini; se i fondi vengono spesi male o inutilmente, molto meglio che le risorse rimangano nelle tasche delle famiglie che ne hanno sempre più bisogno visti i rincari e l’inflazione galoppante.

Oltre ai vari edifici del forese in cui è stato pubblicizzato dall’attuale giunta il recupero con fondi PNRR, e in cui sono già state evidenziate diverse critiche sul reale utilizzo futuro, anche in città è lo stesso discorso: è il caso dell’ex scuola di via Pietro Lana, al centro del condominio “il Quartiere”, dove è stato previsto un vago “centro per le famiglie”.

Ben venga il coinvolgimento dell’architetto Vieri Quilici, che tra gli anni ‘60 e ‘70 progettò l’intero quartiere e che si è reso disponibile a collaborare alla riprogettazione, ben venga anche il coinvolgimento dell’associazione “Le Passeggiate di Agata”: ma non è abbastanza. Non si può affermare che questa sia stata una progettazione partecipata: risulta essere stato fatto solo qualche incontro meramente informativo con i residenti del quartiere.

La progettazione partecipata è un processo lungo e approfondito tra progettisti, amministrazione e soprattutto i cittadini e le associazioni, che deve raccogliere le esigenze e trovare soluzioni adeguate da porre in essere per l’attuazione di un intervento. Tutto ciò, come per tanti altri interventi, non è avvenuto. Pare infatti che il caso Feris non abbia insegnato nulla all’attuale amministrazione, che continua a non sapere cosa sia la progettazione partecipata.

Vi è una grande potenzialità in questi processi di progettazione partecipata, in quanto la cittadinanza, l’associazionismo e il mondo dell’educazione ferrarese possiedono preziose e variegate esperienze, un tesoro da valorizzare che è utile e auspicabile utilizzare per creare luoghi veramente vivi, che le persone possono sentire propri.

Il Partito Democratico è pronto a raccogliere queste voci, in modo che l’ex scuola di via Pietro Lana diventi un luogo dove le famiglie possano trovare non solo un luogo per l’istruzione, ma per l’educazione e la cittadinanza in senso ampio, a servizio di diverse fasce di utenza, con un serio progetto educativo che risponda ai bisogni dei cittadini, delle famiglie, dei bambini e dei ragazzi, e non solo un’ennesima scatola vuota.

Giada Zerbini Candidata PD al consiglio comunale di Ferrara
Delegata in segreteria comunale PD per scuola, educazione dell’infanzia, povertà educativa, politiche giovanili, politiche di genere


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