Pubblichiamo un intervento di Ilaria Baraldi, segretaria cittadina Pd Ferrara, pubblicato su Incontri di dicembre 2018
Ferrara e i ferraresi sono in continuo movimento. Il partito locale deve reggere il passo di questo cambiamento se vuole restare alla guida della città. E lo deve fare con maggiore convinzione rispetto a quanto fatto sino a qua.
Servono più dinamismo, capacità di critica e una grande umiltà. Non serve sicuramente trincerarsi dietro a quanto di buono e bello è già stato fatto e difendere ad ogni costo lo status quo se vogliamo davvero prenderci in carico anche le sfide che il futuro, e persino il presente, ci mettono davanti.
Gli ultimi anni sono stati utili per sanare alcune ferite profonde. L’ospedale Sant’Anna si è trasferito a Cona dopo vent’anni dalla posa della sua prima pietra. Il Palaspecchi inizia a essere un ricordo sbiadito: là dove specchi fatiscenti celavano incuria, degrado e mala-vita finalmente hanno iniziato ad accendersi nuove luci ed è avviato un progetto che contempla spazi pubblici e privati a servizio di cittadini e studenti fuorisede. Lo sconforto che provocava la vista dell’ex-inceneritore di via Conchetta, dopo 14 anni di abbandono, lascerà spazio a una nuova porzione verde del Parco Bassani. Cito la “messa in sicurezza” di iniziative in campo culturale e ricreativo che sostengono l’economia locale ma soprattutto accompagnano i ferraresi – dai più piccoli ai più grandi – durante tutto l’anno in un percorso di crescita individuale e collettivo.
Alcuni problemi però restano.
Non possiamo infatti nasconderci che questa città chieda di rafforzarsi sul piano economico e occupazionale; senza sviluppo, infatti, la qualità della vita e degli spazi urbani non può migliorare. Innegabile è anche che servano interventi più vigorosi in termini di sicurezza e controllo del territorio. È utile poi approfondire la questione della gestione ambientale.
Vogliamo farlo un salto di qualità? Io penso di sì. E penso che ci aspetti una campagna elettorale difficile, ma che lo sconforto e la rassegnazione non debbano essere contemplati.
Dobbiamo tornare ad appassionarci ed essere orgogliosi di partecipare a battaglie che vanno oltre i nostri confini. Penso alla piazza che a novembre si è mobilitata a Ferrara per dire no al ddl Pillon o alla campagna di solidarietà rivolta al sindaco di Riace Mimmo Lucano. A Ferrara, per la città, immaginiamoci momenti e spazi di confronto dedicati alle piccole e grandi priorità locali. Diamo cittadinanza alle istanze di chi vive nelle frazioni lontane dal centro, di chi lamenta un disservizio al quale una risposta semplice e veloce si può e si deve dare.
Le trincee non ci salveranno. Per il Partito Democratico è ora di tornare a fare politica. Con il solo tesseramento o con i banchetti non andiamo molto lontano. Sono il ragionamento, l’apertura e l’elaborazione di risposte sincere ai bisogni espressi dai cittadini che ci possono far fare il salto di qualità di cui parlavo prima. I circoli e i volontari si spendono tantissimo per gestire l’organizzazione interna: so che possono e vogliono fare di più, riappropriandosi responsabilmente del loro ruolo di riferimento del territorio e di sede di dibattito e proposta politica.