Lunedì 31 maggio il PD si è mobilitato su tutto il territorio nazionale in difesa della scuola pubblica e per arrivare a definire la proposta politica del PD per una scuola di qualità. I parlamentari di Ferrara Sen. Maria Teresa Bertuzzi e On. Alessandro Bratti nei giorni scorsi hanno contattato e incontrato molti esponenti del mondo della scuola per raccoglierne la testimonianza. In conferenza stampa hanno presentato, assieme al Segretario provinciale Paolo Calvano e alla Responsabile provinciale Anna Chiappini, ciò che emerso da quegli incontri.
Paolo Calvano ha sottolineato come questo metodo di lavoro -andare con i Parlamentari e i rappresentanti delle Istituzioni sul territorio per confrontarsi apertamente e direttamente con i rappresentanti della realtà socio-economico locale- sia risultato proficuo in questa occasione, relativamente all’istruzione, e come perciò sarà sistematicamente riproposta in futuro. Oggi è servito per capire cosa stia avvenendo nel mondo della scuola e quali incertezze si colgano a seguito della confusione che si eredita dal Ministero. E di fronte a questa situazione, ai dirigenti scolastici e ai docenti viene chiesto, direttamente dal direttore generale dell’ufficio scolastico regionale, Marcello Limina, di contenere le manifestazioni critiche e i toni denigratori sull’operato del governo a mezzo stampa. Non è così che si promuove una scuola pubblica di qualità.
Anna Chiappini, Responsabile scuola della Segreteria provinciale, ha riportato il disagio che si registra negli ambienti scolastici. Gli insegnanti e i dirigenti operano in solitudine, visti spesso come le controparti di famiglie e studenti. Ma la situazione è dettata da decisioni nazionali. Mancano i fondi per le supplenze (e le risposte, inadeguate e dettate dalla necessità, comprendono accorpamenti di classi estemporanei), ma anche per garantire l’igiene e le condizioni sanitarie necessarie (basti pensare che passa l’idea che i bagni possono essere puliti anche un giorno sì e uno no). Tagli al personale docente e Ata non sono conciliabili con l’aumento delle iscrizioni: si creano classi sempre più grandi, con maggiori difficoltà per l’apprendimento. Chiappini, insegnante in un liceo di Ferrara, ha sottolineato come l’iniziativa del PD di Ferrara sia stata apprezzata soprattutto dai docenti, perché è un passo per ottenere una scuola più partecipata, democratica e di qualità, e più vicina al raggiungimento degli standard europei.
La Sen. Maria Teresa Bertuzzi per tratteggiare la situazione parte dal DPEF del 2008 che prevedeva tagli al personale per circa 80.000 insegnanti e 42.000 unità Ata: è questa la “riforma” voluta dal ministro Tremonti. L’economia, nel disegno di questo Governo, sta davanti alla formazione. L’inserimento del maestro unico nelle scuole primarie segnala la sostituzione di ragionamenti di stampo pedagogico con provvedimenti di stampo economico. In un provvedimento sul lavoro sono stati introdotti pesanti cambiamenti sul sistema formativo: si prevede oggi che un anno di formazione scolastica possa essere sostituito con un anno di apprendistato. La riforma della scuola superiore risponde al solo criterio di “meno ore di scuola”. In provincia di Ferrara aumentano gli iscritti e, dal prossimo anno scolastico, dovrebbero essere cancellate 29 classi. Questa è la scuola dei programmi e della selezione naturale: si va avanti con chi ce la fa solo per rispettare il vincolo di programma e le pari opportunità sono accantonate, ma non solo, questo comporta infatti che chi ha mezzi propri possa ricorrere alla formazione privata. Ed è la scuola della solitudine degli insegnanti e degli studenti, oggi privi della possibilità di approfondimento, confronto e socializzazione. L’iniziativa del PD sulla scuola dovrebbe procedere nei Consigli comunali del territorio, convocati per trattare in modo complesso questo tema, anche sottolineando le difficoltà degli enti locali, costretti da patti di stabilità che non permettomo nemmeno di procedere alla manutenzione degli edifici scolastici.
L’On. Alessandro Bratti richiama la situazione di intimidazione generale che si riscontra nelle scuole: entrarci e parlarne direttamente provoca timore. Ed è in questo contesto che si coglie la veridicità della definizione degli insegnanti come “eroi dei tempi moderni” proposta dal Segretario Pier Luigi Bersani. Stiamo assistendo ad un sistema che provoca danni a lungo termine sulle generazioni che dovranno diventare la classe dirigente del futuro, ed il disegno si concluderà con la prossima riforma dell’università: siamo allo smantellamento della scuola e della formazione pubblica. Sul piano economico appare paradossale che gli enti periferici siano nella condizione di dover anticipare al Governo (senza probabilmente rivederli mai tornare indietro) fondi destinati alla didattica per pagare gli stipendi del personale. Il Governo procede per spot, proponendo progetti-pilota innovativi che nel giro di pochi mesi sono abbandonati per mancanza di risorse.
Paolo Calvano riprende la parola per dare sostegno ai Sindaci, di destra e di sinistra, che mantengono viva la scuola pubblica: senza gli enti locali e i loro sforzi per finanziare ciò che non è nel loro dovere fare, questa non esisterebbe più.