di Rita Reali (Responsabile Giustizia PD Ferrara)
Ho recentemente partecipato al Seminario organizzato dal Gruppo Parlamentare del Partito Democratico alla Camera, in tema di Appalti Pubblici e Corruzione. Tema attuale, scottante e complesso di cui mi sto occupando anche in veste di Responsabile Giustizia del P.D.
L’occasione per “rivedere” la normativa in tema di Appalti Pubblici, è data dalla imminente presentazione in Consiglio dei Ministri della legge delega in materia di Appalti, finalizzata al recepimento delle nuove Direttive Comunitarie.
Al di là della scelta che verrà fatta, di una nuova riformulazione del Codice degli Appalti, che auspico, o di una mera integrazione della legislazione attuale, mi preme porre l’attenzione su di una questione, a mio avviso importante e che è emersa nel corso dei lavori: le Piccole e Medie Imprese e gli Appalti Pubblici.
Le Piccole e Medie Imprese, che rappresentano oltre il 99% delle Imprese in Europa, sono considerate la spina dorsale dell’economia dell’UE, “per la capacità di creare posti di lavoro e per il contributo che possono offrire nella crescita e nell’innovazione”.
Le P.M.I. sono una realtà completamente differente rispetto alle grandi imprese e hanno necessità di un trattamento ad hoc, necessario a riempire quello svantaggio strutturale di partenza, come per esempio i costi della burocrazia e della partecipazione alle gare, uguali alle grandi imprese.
La discriminazione che l’Italia fa alle piccole e medie imprese rispetto alla ricchezza che producono è enorme.
Negli Stati Uniti, in tema di appalti, vengono riservate alle Piccole e Medie Imprese quote pari al 25%, ed è questa, a mio avviso, la direzione che anche l’Italia dovrebbe prendere.
E’ in questa direzione che vanno le nuove Direttive Europee, le quali, pur usando il condizionale, prevedono che nel recepimento della Direttiva da parte degli Stati membri, siano adottate norme che “facilitino la partecipazione delle piccole e medie imprese (PMI) agli appalti pubblici”.
Anche la nostra realtà locale è composta prevalentemente da piccole imprese e l’attuazione di norme che favoriscano la loro partecipazione a Gare per l’aggiudicazione di forniture e lavori pubblici potrebbe veramente aiutare lo sviluppo dell’economia ferrarese.
Le recenti vicende in tema di Appalti Pubblici e corruzione, si pensi all’Expo e al Mose solo per citarne alcuni, hanno dimostrato come la normativa attuale sia stata completamente disattesa nei Grandi Appalti, attraverso la concessione di deroghe illegittime, dettate dalla asserita inesistente urgenza nell’esecuzione dei lavori. Difficile pensare ad una deroga nel caso dell’Expo, quando si sapeva da anni che sarebbe stato fatto in quel luogo e in quella data.
Queste vicende hanno dimostrato quanto sia vera la affermazione di Raffaele Cantone, che in Italia solo gli Appalti di serie B rispettano l’attuale normativa.
Corruzione, collusione e incompetenza vanno a braccetto.
Anche per tale motivo la riforma degli Appalti Pubblici deve andare di pari passo con la riforma della Pubblica Amministrazione, il cui disegno di legge contenente la delega al Governo è stato appena presentato dal Governo Renzi.
Il recepimento delle nuove Direttive Europee dovrà essere l’occasione per riscrivere il Codice degli Appalti, ponendo al centro la semplificazione, la trasparenza, la prevenzione, i controlli, la tanto richiesta, soprattutto dagli investitori stranieri, stabilità normativa.
La nuova legislazione dovrà però anche “ discriminare in positivo”, compiendo quel passo in più, dando cioè anche una valenza economico-sociale alla norma, con provvedimenti che possano veramente favorire le Piccole e Medie Imprese, affinché non vengano relegate, come spesso accade, al ruolo di meri subappaltatori.