Per il lavoro giovanile è stato fatto poco

3 Giugno 2024

Il rapporto sul “Benessere equo e sostenibile” conferma la situazione di fragilità dell’occupazione giovanile a Ferrara. La giunta Fabbri non ha sfruttato le opportunità offerte dai programmi regionali e persiste il problema del mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Le organizzazioni datoriali segnalano carenze in ambito impiantistico, produzione meccanica e servizi, oltre a mancanza di competenze digitali. Lo spopolamento dei giovani richiede investimenti nella risoluzione del problema abitativo.

“Che cos’ha fatto questa amministrazione per il lavoro giovanile?”. Questa la domanda che pongono, Sara Manservigi, Cora Talmelli e Giada Zerbini, referenti Lavoro, Sviluppo e Politiche giovanili del Pd. “L’ultimo rapporto sul “Benessere equo e sostenibile” – spiegano – riconferma con forza quanto già emerso dai dati Ires, Anci, Upi e Istat e cioè che Ferrara è l’unica città in regione che non cresce. Questo quadro innesca una preoccupante situazione di fragilità dell’occupazione ferrarese che colpisce soprattutto donne e giovani. I Neet ( giovani tra 15-29 anni che non studiano e non lavorano) salgono al 17,7% contro il dato medio regionale del 12,2%, la disoccupazione giovanile al 17% contro l’ 8,9% in regione, esiste un divario salariale notevole, oltre ad un importante calo demografico che si attesta al -3%”. La giunta Fabbri, aggiungono le Dem, “non ha saputo cogliere positivamente le opportunità derivanti dai programmi regionali Garanzia giovani e Gol, come ad esempio il finanziamento dei tirocini formativi a beneficio delle aziende ospitanti. Inoltre, persiste il problema del mismatch tra domanda e offerta di lavoro, problematica che riguarda un’impresa su due. Infatti, le imprese dicono che il lavoro c’è, anzi è aumentato, ma spesso bisogna far fronte al ricambio generazionale negli organici e non trovano candidati qualificati o disponibili ai posti vacanti. E’ pur vero tuttavia che i sindacati denunciano da tempo una condizione reale di disoccupazione giovanile unita a vaste aree di lavoro nero nel turismo, edilizia, agricoltura e ristorazione”. Le organizzazioni datoriali e la Cciaa “ci dicono che le figure “introvabili” sono in ambito impiantistico, nella produzione meccanica e nei servizi. Oltre a questo, esistono carenze in materia di competenze digitali che, insieme alle nuove sfide sull’intelligenza artificiale, richiedono agli enti di formazione professionale di rispondere ai fabbisogni di personale nelle aziende”. Lo spopolamento dei giovani da Ferrara “è un fenomeno massiccio che interessa ancora di più le frazioni, bisogna perciò garantire la presenza di scuole e microimprese di prossimità”. Occorre infine “investire per la risoluzione del problema abitativo, riqualificando edifici già esistenti e di nuovi studentati, condizioni basilari per cui i giovani scelgano Ferrara. Abbiamo più volte ribadito che occorre intercettare le risorse del Pnrr per creare nuove progettualità e non per lacune di tipo ordinario. Il solo rifacimento degli asfalti non ci porterà ad un’economia sana nel 2070! Dov’è la garanzia del diritto allo studio e agli alloggi per diventare cittadini partecipi della città e consentire di formare una famiglia?”.

Sara Manservigi, Cora Talmelli e Giada Zerbini

https://www.ilrestodelcarlino.it/ferrara/cronaca/per-il-lavoro-giovanile-e-stato-fatto-poco-81ed0a1d


Condividi: