Stiamo faticosamente uscendo da quasi tre anni di pandemia,
raccogliendo e rimettendo a posto i cocci di una sanità prostrata da
eventi che hanno travolto l’intero sistema paese: gran parte del
tessuto sociale si è sfaldato, si sono allargate le fasce di povertà,
è aumentato il disagio giovanile; in poche parole destrutturato il
sistema welfare. Il quadro descritto credo sia sotto gli occhi di
tutti in una realtà aggravata dal conflitto ucraino ed il conseguente
rincaro dei costi energetici che, indiscriminatamente, stanno colpendo
famiglie, attività produttive, servizi pubblici compresa la sanità in
tutto il territorio nazionale. Sembra pertanto uscire dal mondo dei
sogni l’interpellanza del consigliere regionale Fabio Bergamini
relativa alla specifica situazione ferrarese in cui la mancanza di
medici (e non solo direi) sta “raggiungendo livelli insostenibili”;
eppure Fabio Bergamini, che in Regione lavora, dovrebbe essere al
corrente della situazione per un doppio motivo, non solo in quanto
consigliere, ma anche perché la Presidenza della Conferenza Socio
Sanitaria Ferrarese è in capo al Sindaco della Lega Alan Fabbri. Il
consigliere Bergamini, dovrebbe sapere bene che per assumere il
personale, non solo medico, servono fondi che non ci sono. Le risorse
assegnate alla sanità pubblica dalla finanziaria varata dal Governo
sono assolutamente insufficienti ed inadeguate; dovrebbe sapere il
consigliere che le Regioni su tutto il territorio nazionale hanno un
buco di 3,8 miliardi per i costi Covid sul quale non solo non è stato
previsto alcun rimborso come successo col governo Conte 2 anzi, si è
addirittura ridotto il finanziamento complessivo alla sanità pubblica
che passa da 3 a 1,9 miliardi di euro. Il finanziamento complessivo è
ulteriormente gravato di circa due miliardi per l’aumento dei costi
energetici: di cosa sta parlando il consigliere Bergamini? Non è che
per caso ha sbagliato interlocutore? A Ferrara, come in tutte le
strutture sanitarie della Regione, si sta cercando di fare del proprio
meglio nel nome di una sanità pubblica e che tale deve rimanere,
garantendo un diritto sancito dalla costituzione contro il nulla
offerto da questo Governo. Ancora più surreale il siparietto regionale
se si pensa che i rapporti romani possono contare sul sindaco,
consiglieri regionali e parlamentari eletti, la rappresentanza è
folta. Il Partito Democratico non smetterà mai di sostenere nei fatti
un sistema universale quale il diritto alla salute con ogni mezzo e a
scavalco di qualsiasi tentativo di limitare l’accesso alle cure
creando diseguaglianze sociali. La nostra solidarietà a tutto il
personale sanitario che continua, nonostante tutto, a rispondere con
professionalità e senso di responsabilità ai bisogni di tutti i
cittadini.