Giovani Democratici: al via la fase congressuale

16 Ottobre 2014

di Giulia Bertelli

Giulia BertelliHo il piacere di essere segretaria dei Giovani Democratici da quasi tre anni, in questo tempo ho portato avanti l’organizzazione in base ad un modo di vedere e di fare. Ho considerato la giovanile come uno spazio nel quale si può fare politica e si può anche sbagliare, un luogo di confronto immediato, dove si possono organizzare iniziative e ci si può mettere in gioco in prima persona.

Il mio mandato di segretaria scadrà il 2 Dicembre 2014, tre anni da statuto, un mandato che preferirei misurare in obiettivi raggiunti, piuttosto che in mesi di lavoro.

La velocità con la quale oggi è importante reagire ai problemi del Paese, viene quantomeno raddoppiata all’interno di una giovanile, dove le persone rimangono per un periodo limitato e hanno voglia di mettersi in gioco con la freschezza e la testardaggine di chi è spesso alla prima esperienza. Per dare un futuro ad una organizzazione di questo tipo bisogna avere l’intelligenza di capire quando è ora di lasciare la gestione a chi è entrato da poco, in modo che i nuovi arrivati possano “far loro” la giovanile, facendo delle scelte ed eventualmente anche commettendo degli errori.

Per queste ragioni ho scelto di dimettermi da segretaria e di aprire ufficialmente la fase congressuale, lasciando l’organizzazione in mano a tre ragazzi (Eugenio Melloni, Alessandro Greco e Simone Boldrini) che avranno il compito di portare i Giovani Democratici a congresso (presumibilmente Dicembre-Gennaio) e di ridare forma ed obiettivi alla giovanile.

In questi anni sono state fatte diverse iniziative, ci siamo spesi per molte battaglie, forse non abbiamo cambiato il mondo, ma certamente abbiamo mostrato chi siamo e cosa è per noi la Politica.

Anche oggi le discussioni che coinvolgono la giovanile non sono poi diverse da quanto si sta discutendo nel partito e da quanto succede nel paese.

In un momento in cui il partito discute in merito ai dati del tesseramento, facendo dei confronti, spesso inutili, con situazioni passate e totalmente diverse, nella giovanile ci interroghiamo sulla forma che vogliamo far prendere alla nostra organizzazione. Operare in una giovanile in questi anni ha significato cercare di coinvolgere dei giovani in battaglie immediate, visibili e concrete e cercar poi di trasformare i problemi in proposte e soluzioni. Con grande orgoglio ci rendiamo conto che la stessa discussione sul contratto lavorativo a tutele crescenti era in parte stata affrontata dalla giovanile in tempi non sospetti. Far parte di una giovanile, fare il segretario, significa a volte prendere delle posizioni che il partito ancora non ha preso, ad esempio in merito ai matrimoni omosessuali o ad altre tematiche etiche e di diritti civili.

Abbiamo fatto la scelta di affrontare i problemi degli altri come fossero problemi di ognuno di noi, perché è questo che per me e per gli altri, in questi tre anni ha significato essere di sinistra.

Nel lasciare la segretaria della giovanile non posso che ringraziare le persone che hanno fatto parte, nel tempo, del mio esecutivo: Eugenio, Simona, Anna, Giovanni, Raffaele ed Enrico, perché anche le strade più complesse, se fatte in buona compagnia, diventano passeggiate.

Faccio i migliori auguri di buon lavoro ai ragazzi che oggi dovranno farsi carico del peso e della responsabilità dei Giovani Democratici, certa che ne saranno all’altezza e che sapranno cogliere l’importanza di uno spazio di sperimentazione libero, che dovrà sempre essere all’altezza delle aspettative di ogni giovane che si avvicina alla Politica.


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