A seguito della decisione del Governo di costituire lo scorso 18 marzo, il Fondo Italiano di Investimento finalizzato a rafforzare la struttura patrimoniale delle piccole e medie imprese italiane e favorirne l’aggregazione, i Deputati ferraresi del Partito Democratico On. Dario Franceschini e On. Alessandro Bratti hanno rivolto al Ministro dell’Economia e Finanze Giulio Tremonti un’interrogazione per richiedere l’ampliamento del bacino potenziale di piccole e medie imprese destinatarie dell’opportunità di crescita dimensionale e sviluppo competitivo.
Allo stato attuale, infatti, tale Fondo può intervenire esclusivamente per imprese che abbiano un fatturato annuo minimo di 10 milioni di euro: tale soglia individua un bacino di imprese troppo ristretto, di poco inferiore alle 15 mila unità, di cui 10 mila operanti nel settore manifatturiero, escludendo così a priori la stragrande maggioranza delle unità produttive in cui si articola il nostro sistema industriale e che ha al momento un’assoluta necessità di supporto dinamico al fine di sviluppare le proprie potenzialità. In particolare si richiede al Governo di prevedere l’accesso al Fondo anche a consorzi, aggregazioni o reti di imprese e non solo a singole unità produttive.
La necessità alla base dell’interrogazione parlamentare è emersa lo scorso 22 marzo, quando il PD Economia di Ferrara ha organizzato un primo incontro sulle prospettive di sviluppo economico del territorio ferrarese, per avviare un percorso di riflessione organica sugli scenari di medio termine post-crisi nella nostra provincia, attraverso il coinvolgimento dei principali attori socio-economici della realtà locale (intervennero rappresentanti delle organizzazioni sindacali e delle associazioni imprenditoriali). Anche in quell’occasione emerse che la fisionomia dell’assetto produttivo locale e nazionale ha a lungo rappresentato un consistente vantaggio competitivo del nostro Paese nelle dinamiche economiche pre-crisi e pre-globalizzazione. Tuttavia ciò necessita, in uno scenario di ripresa post-crisi, di un profondo ripensamento per favorirne la crescita dimensionale e la possibilità di alleggerire la dipendenza dal sistema bancario e aumentare la capitalizzazione per poter competere sul mercato globale.