Dopo quasi dieci anni dall’abolizione delle Circoscrizioni nei comuni con meno di 250mila abitanti, voluta dal ministro leghista per la semplificazione Calderoli, l’Amministrazione è rimasta priva di un fondamentale strumento di ascolto del territorio e quindi di partecipazione alle scelte amministrative.
Questa infelice abolizione a Ferrara ha senza dubbio innescato un processo di allontanamento dalla partecipazione attiva da parte dei cittadini e ha acuito il senso di abbandono percepito dai residenti dei piccoli centri frazionali più lontani dal capoluogo. Un processo che senza dubbio ha avuto un’accelerazione esponenziale nel periodo di pandemia, mettendo in luce tutte le fragilità – sanitarie, ambientali, economiche, produttive e sociali – del modello Città Centralizzata. Un processo che non può essere invertito con il modello dell’Apecar.
Va considerata la peculiarità del territorio comunale di Ferrara, vasto, con bassa densità abitativa, composto da frazioni che hanno tutte una forte identità storica e sociale. Caratteristiche che mostrano con chiarezza quanto sia necessario reintrodurre nel sistema amministrativo di Ferrara delle strutture periferiche che possano garantire ad ogni cittadino di accedere ai servizi, di esprimere i propri bisogni e di coprogettare la propria comunità: i Consigli o Consulte Territoriali.
INVERTIRE LA ROTTA: PIÙ SERVIZI PUBBLICI, MENO DISUGUAGLIANZE SPAZIALI E SOCIALI
La Ferrara del futuro deve dare necessariamente risposte al nodo cruciale delle diseguaglianze spaziali e sociali, che vengono ancora più acuite dalla progressiva chiusura dei servizi privati presenti nel territorio, come ad esempio i servizi bancari e postali. Devono invece tornare servizi pubblici e politiche pubbliche in grado di incentivare la residenzialità, specialmente dei giovani, nei piccoli centri.
La prossimità tra servizi, attrezzature pubbliche e abitazioni costruisce comunità dotate di una riconoscibile identità sociale e culturale di scala locale. In questa logica dove è necessaria una straordinaria azione di riprogettazione della vita urbana delle persone, non può mancare, nel governo di una città, uno strumento amministrativo di condivisione con le persone che vivono i quartieri e i territori più periferici.
PARTECIPARE PER COSTRUIRE INSIEME LA CITTÀ
Occorre reintrodurre uno strumento che consenta ai cittadini residenti nelle frazioni di partecipare alla vita e alle scelte politico-amministrative locali, e che dia centralità al ruolo delle aggregazioni sociali presenti e attive sul territorio, rivisitando in chiave moderna quel principio di mutuo scambio periferia-centro, che è stato il motore delle scelte di decentramento di servizi degli anni passati.
Le biblioteche decentrate, le palestre decentrate i teatri decentrati sono stati i simboli materiali dell’offerta sui territori di funzioni sociali urbane essenziali per vivere bene il proprio territorio: erano la concretizzazione dei valori di chi guardava la città con gli occhi dei più “deboli” e riusciva a renderla un po’ più bella grazie alla centralità politica, amministrativa e partecipativa dei cittadini nelle frazioni.
DIGITALIZZAZIONE PER FAVORIRE LA RESIDENZIALITÀ E DIMINUIRE L’INQUINAMENTO
Oggi si avverte anche la necessità di progettare strategie per delocalizzare attività creative e culturali, digitali e innovative nelle frazioni per renderle più attrattive sfruttando l’accelerazione nella digitalizzazione dei processi produttivi e comunicativi, incentivando la remotizzazione e la domiciliazione di molte fasi lavorative, di studio e di cura. Le ragioni sono evidenti: la riduzione dell’inquinamento; l’incremento della qualità della vita delle persone e nelle frazioni; la possibilità di creare legami più forti fra le persone.
CONCLUSIONI
Si può affermare che sostenere lo sviluppo di un modello istituzionale decentrato e incentivare un modello di vita basato su servizi di prossimità nelle frazioni e nei quartieri si inserisca perfettamente nello sforzo verso una maggiore sostenibilità ambientale ed ecologica. E per immaginare, progettare e realizzare questo modello sostenibile e innovativo di sviluppo sono necessari enti rappresentativi come i Consigli/Consulte Territoriali.