C’è ancora domani per… superare le emergenze abitative di Ferrara

5 Giugno 2024
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di Massimo Buriani, candidato al Consiglio Comunale di Ferrara 

Nonostante una continua perdita di abitanti, a stento contenuta da flussi migratori di stranieri e da popolazione proveniente dalle frazioni e comuni limitrofi, anche a Ferrara negli ultimi anni si è fortemente acuito il problema casa come conseguenza di cambiamenti profondi nel mercato immobiliare. 

Sta diventando praticamente impossibile trovare casa per le famiglie appartenenti alla cosiddetta “fascia grigia”, cioè alle famiglie con redditi troppo alti per accedere alle case popolari ma troppo bassi per pagare affitti a canone di mercato. 

Per giovani coppie, famiglie monoreddito, lavoratori stranieri, lavoratori precari ed in mobilità lavorativa è diventato difficilissimo trovare alloggi in affitto a prezzi accessibili per le loro condizioni di reddito. Finanche le forze dell’ordine hanno difficoltà a trovare casa. E’ di pochi giorni fa la notizia che la Polizia di Stato, impegnata nel trasferimento della Caserma di Ercole d’Este, non trova alloggi in affitto nemmeno per i suoi agenti.

Oltre alle modifiche comportamentali indotte dalla pandemia, in cui la lunga permanenza forzata in casa e la diffusione dello smart-working ha spinto molti a considerare il trasferimento in alloggi più spaziosi e all’aumento di lavoratori e lavoratrici straniere con figli minori a carico, il fattore più importante nella formazione della emergenza casa deriva senza dubbio dal forte incremento degli studenti universitari fuori sede e dalla diffusione anche a Ferrara degli affitti turistici che hanno sottratto alloggi al mercato degli affitti concordati. 

I fuori sede che cercano residenze temporanee a Ferrara si stima siano dai 12.000 ai 14.000. A fronte di questa richiesta alla fine del 2023 si contavano solo 1405 posti letto offerti dagli Enti gestori degli studentati (Acer, ERGO, Camplus ecc.) oltre a 412 posti di studentato realizzati da privati. 

La ricerca di alloggi sul libero mercato da parte degli studenti ha pesantemente influenzato il mercato degli affitti nel centro e nella prima periferia di Ferrara, con aumenti dei canoni di locazione a libero mercato.

A fronte di questa emergenza abitativa il Piano Urbanistico Generale a Ferrara (PUG) non è stato ancora approvato dal Comune. Ferrara è forse l’unico Comune Capoluogo della Regione a non aver ancora un Piano Urbanistico. Tutto è stato rinviato a dopo le elezioni dell’8/9 giugno, forse nella speranza di avere “mano libera” nelle fondamentali scelte urbanistiche che dovranno ridisegnare la città futura.

La legge urbanistica regionale impone di riservare per le nuove edificazioni in aree già urbanizzate una quota almeno del 20% di alloggi riservati all’edilizia Edilizia Residenziale Sociale (ERS). Tuttavia nelle prime bozze del PUG è stata prevista la possibilità per le imprese immobiliari di monetizzare la mancata realizzazione di alloggi ERS. Nel nostro programma abbiamo proposto di accantonare gli introiti derivanti dalle monetizzazioni in Fondi comunali da destinare alla incentivazione di soluzioni abitative innovative di housing-sociale, come alloggi per anziani, co-housing e nuovi studentati nelle aree prevista per la rigenerazione urbana, soprattutto nelle aree nella disponibilità del Comune. 

Replicando, dove possibile, le soluzioni urbanistiche già adottate dalla legislatura Tagliani per la rigenerazione urbana dell’ex Palazzo degli Specchi, che “Naomo” Lodi, nel 2017, voleva a tutti i costi demolire a spese dei contribuenti ferraresi, per addossarne la colpa alle amministrazioni precedenti.

Il progetto realizzato non è costato un euro al Comune in quanto interamente finanziato da operatori privati e da Fondi immobiliari della Cassa Depositi e Prestiti, ed ha portato alla realizzazione di 268 alloggi di Edilizia Residenziale Sociale, di cui 174 in affitto a canone calmierato, 49 in vendita a prezzi convenzionati e 45 come studentato.

Riprendere e proseguire su quella strada è il primo impegno che ci assumeremo come programma di legislatura. Sono ancora tante le aree da rigenerare a Ferrara. Si pensi alla caserma di Cisterna del Follo, e al maldestro tentativo con il cosiddetto progetto FERIS di scambiare la rigenerazione della caserma con un nuovo centro commerciale a ridosso delle mura. Questo è quello che ci aspetterebbe nei prossimi 5 anni.

Il secondo impegno riguarda gli investimenti nell’edilizia residenziale popolare. Nelle legislature precedenti a quella di Alan Fabbri, molte risorse sono state impiegate per incrementare l’offerta di alloggi popolari: come il recupero di alloggi ERP degradati al Barco e in zona Via Bologna, interventi di riparazione dei danni del sisma del 2012, la costruzione di 76 nuovi alloggi al Barco. 

La legislatura Fabbri ha investito pochissime risorse per recuperare e costruire nuovi alloggi di edilizia popolare, preferendo la spesa corrente come finanziamento di eventi, feste e luminarie. Il risultato è che oltre 700 alloggi (qualcuno stima addirittura 900 alloggi in gestione all’ACER sono vuoti per mancanza di manutenzioni che possano renderli nuovamente abitabili. Il recupero anche solo di una parte di questi alloggi poteva dare risposta al bisogno di casa delle fasce socialmente ed economicamente più fragili sia dei cittadini ferraresi che dei cittadini immigrati. Invece si è preferito alimentare con la propaganda e la raccolta di firme la contraddizione razzista tra bisogni dei ferraresi e quelli degli immigrati. Il Comune di Bologna ha avviato un “Piano casa” per l’edilizia popolare che ha come obiettivo la realizzazione di centinaia di nuovi alloggi all’anno. Il nostro impegno sarà dedicato alla realizzazione di un nuovo Piano Casa anche a Ferrara, con impegni precisi e rendicontabili per recuperare intanto buona parte degli alloggi ERP ancora sfitti e avviare la realizzazione di nuovi alloggi.


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