di Simone Merli (Capogruppo PD Comune di Ferrara)
I progressi della medicina impongono oggi meno ospedali di un tempo, ma più grandi, meglio attrezzati e costruiti in modo da renderli più sicuri. Molte regioni (come la nostra) hanno attuato la ristrutturazione della rete degli ospedali, riducendone nettamente il numero (a quasi la metà in Emilia Romagna) e individuando quelli da potenziare (come il Sant’Anna). Le regioni che non l’hanno ancora fatto hanno accumulato voragini nei bilanci della loro sanità e ora devono recuperare il tempo perduto.
L’attuale Sant’Anna, costruito più di un secolo fa, non è più adatto alle moderne esigenze di un ospedale di riferimento provinciale. In Giovecca non esistono sufficienti
possibilità di ristrutturazione (per vincoli storici) ed espansione (area delimitata dalle mura e dalla città). Al posto degli attuali 90 mila metri quadrati di edifici, ne sono
necessari 190 mila, ormai pronti a Cona, oltre a parcheggi adeguati e ampi spazi liberi circostanti per eventuali espansioni future. Mantenere il Sant’Anna in Giovecca significherebbe condannarlo a un ruolo secondario nella rete ospedaliera regionale, con grave danno per l’Università e per l’economia dell’intera città.
Il nuovo ospedale a Cona è ormai pronto. Suddividere tra Cona e Giovecca le attrezzature e il personale del Sant’Anna significherebbe avere due ospedali dimezzati in
efficienza e qualità. Raddoppiare le strutture e il personale sarebbe, oltre che inutile, finanziariamente insostenibile. Bene ed unitariamente l’hanno detto non solo tutte le forze politiche di centrosinistra e centrodestra, ma anche e soprattutto i professionisti, i tecnici e i referenti della sanità locale, come i Direttori delle due Aziende, il Presidente dell’Ordine dei Medici, il Direttore dell’Emergenza–Urgenza del Sant’Anna, il Preside della Facoltà di Medicina, il Presidente dei cardiologi europei e Direttore della Cardiologia del Sant’Anna, la Prof.ssa Capuzzo docente di Anestesia e Rianimazione, per non parlare di tutti i professionisti della sanità presenti in consiglio comunale, indipendentemente dal loro schieramento politico.
In significativo isolamento, un’unica forza politica d’opposizione vorrebbe mantenere aperti due ospedali (in Giovecca oltre che a Cona) e ha proposto un finto referendum privo di qualsiasi caratteristica di imparzialità, speculando sulle legittime preoccupazioni di chi non è in grado di valutare tecnicamente il progetto di Cona ed è portato ad anteporre la comodità di una struttura sotto casa alla qualità, efficienza e sicurezza di un polo d’eccellenza dotato di tutto quanto la medicina moderna può offrire. Questo dopo aver fomentato per mesi falsi allarmismi, allo scopo dichiarato di trasformarli in consenso elettorale.
La nostra volontà e l’impegno ampiamente condiviso con chi affronta questi problemi con responsabilità, è far sì che il nuovo ospedale apra al più presto e raggiunga la piena operatività garantendo un’adeguata viabilità e accessibilità per tutti. Dove per tutti si deve intendere l’intero bacino di utenza del Sant’Anna, ovvero i 360000 abitanti della nostra provincia, non solo la popolazione cittadina. Contestualmente siamo impegnati a promuovere la ristrutturazione e il potenziamento dei servizi territoriali della città, in modo da dare risposte sempre più puntuali ed efficaci anche ai bisogni sanitari meno gravi, ma molto più frequenti, della nostra popolazione: medicina generale e di gruppo, nuclei di cure primarie, continuità assistenziale, poliambulatori diagnostici e specialistici, fino alla
casa della salute in Giovecca. Tutto il resto è solo strumentale propaganda sulla pelle dei cittadini.