Il decreto Milleproroghe supera il voto di fiducia della Camera. Il testo è passato con 309 voti favorevoli e 287 voti contrari. Oggi pomeriggio ci sarà il voto sul maxiemendamento, poi sarà la volta del voto al Senato. “Tre fiducie in sette giorni, un record ineguagliabile”. Un record triste.
Da decreto a maxiemendamento, il milleproroghe cambia pelle per evitare la bocciatura da parte di Napolitano che aveva inviato una lettera a Berlusconi e ai Presidenti delle Camere per spiegare che il testo approvato in Senato conteneva elementi di incostituzionalità data l’ampiezza e l’eterogeneità delle modifiche. Il maxiemendamento al decreto Milleproroghe è stato presentato l’altroieri sera e sottoposto all’esame delle commissioni Affari Costituzionali e Bilancio in una corsa contro il tempo.
Il provvedimento comprende ora il testo licenziato dal Senato al netto delle modifiche apportate in seguito ai rilievi di costituzionalità del Quirinale. Un governo allo sbando è arrivato a non discutere e non votare il testo in commissione, un “autostruzionismo” della maggioranza che si trovava a non avere i voti necessari per l’approvazione. “Il pasticcio Milleproroghe è la dimostrazione del fatto che la maggioranza non e’ nelle condizioni di governare”. E’ il pensiero di Enrico Letta, vicesegretario del Pd, che ha parlato del decreto legge su cui e’ stata posta la fiducia, a Bologna, a margine del Manifutura Festival. Il motivo dell’affermazione di Letta e’ che la maggioranza, come ha spiegato, “ha usato un provvedimento dove ha buttato dentro tutto, perche’ non e’ piu’ in grado di assicurare una presenza continuativa in aula, come dovrebbe essere, è la dimostrazione che non si puo’ andare avanti così.
Entro oggi il dl emendato sarà votato alla Camera e poidovrà andare a una terza lettura in Senato, dove, con molta probabilità, sarà nuovamente posta la fiducia, visti i tempi ravvicinati di scadenza del provvedimento previsti per domenica 27 febbraio. La votazione finale in Senato dovrebbe svolgersi sabato mattina. Oggi alle 18 verrà esaminato dalle commissioni di Palazzo Madama. Non ci sarà dunque nessuna possibilità di modificare il testo di legge e si procederà in base agli accorgimenti che Tremonti & Co. applicheranno al programma più sconclusionato degli ultimi 10 anni. Intanto nella babele del maxiemendamento del governo al Milleproroghe – denuncia Paolo Gentiloni, responsabile Forum ICT del PD – il divieto di acquisto di giornali da parte di chi ha una posizione dominante nella Tv verrebbe prorogato solo fino al 31 marzo. E’ grave che un limite a tutela del pluralismo, previsto perfino dalla legge Gasparri, sia così destinato a scomparire tra cinque settimane”. Gentiloni fa riferimento al comma che fissava al 31 dicembre prossimo la scadenza del divieto degli “incroci” tra giornali e reti televisive, “saltato” nel maxiemendamento.
COSA C’E’ NEL MILLEPROROGHE
Il decreto Milleproroghe approvato in Senato resta la prova concreta, se ancora ne servisse una, che governo e maggioranza sono arrivati al capolinea. La grave crisi politica di questa maggioranza è evidente nella forzatura costituzionale di affidare ad un decreto ministeriale, il differimento di un termine di legge, calpestando la funzione legislativa e i poteri del Parlamento. Questo uso spasmodico dello strumento del ‘decreto’ è purtroppo una costante, in questi tre anni di governo Berlusconi, che il Partito democratico ha più volte denunciato. Non bastava il record storico raggiunto dalle tasse giunte con questo governo al 43,4%. Non bastava la patrimoniale introdotta surrettiziamente con l’Imu, mancavano alcuni tocchi di fantasia sul sistema tributario italiano come la tassa sul cinema che tutti i giorni pagheremo con un euro a film. C’è poi la possibilità per le Regioni di aumentare alcune tasse in presenza di una catastrofe: a catastrofe si aggiunge un’altra catastrofe con l’aumento dei tributi e delle addizionali. “Anche qui, la fantasia ha oltrepassato ogni limite – spiega la Finocchiaro – con un Parlamento sempre più svilito e svuotato. Lo slogan meno tasse per tutti è rimasto vuoto e la verità è che le tasse aumentano colpendo tutti. Più che Milleproroghe siamo di fronte al ‘Milletasse’, un provvedimento che ha la solennità e la complessità di una manovra finanziaria. Una finanziaria-pasticcio, figlia delle tante pressioni a cui questo governo, che si sta decomponendo è sottoposto, che aumenta le tasse e premia chi non rispetta le regole”.
Più tempo per gli abusivi “fantasma”. Ovvero altro tempo per i proprietari delle “case fantasma”, quelle cioè mai dichiarate al fisco e al catasto. Ancora uno “schiaffo” ai cittadini onesti.
Al cinema biglietto più caro e tagli alla cultura. Dal 1° luglio il biglietto del cinema costerò un euro in più. Una nuova tassa sulla cultura che durerà fino al 31 dicembre 2013. Un altro balzello del governo che aveva promesso che mai avrebbe messo le mani nelle tasche dei cittadini.
Il governo si dimentica del blocco turn over nelle università. Ha dichiarato la capogruppo del Pd nella commissione Cultura della Camera, Manuela Ghizzoni: “Il governo non ha inserito la proroga dello sconto nel calcolo delle spese di personale degli Atenei rispetto alle risorse trasferite dallo Stato. Si tratta questa di una grave omissione che farà sì che quasi la metà degli Atenei supereranno la soglia del 90% del fondo di finanziamento ordinario utilizzato per spese di personale e subiranno pertanto il blocco del turn-over con conseguenze gravi per l’offerta formativa e per l’attività di ricerca. L’alto numero degli atenei che ‘splafonano’ non é dovuto a incapacità programmatoria, bensì alla forbice che si allarga sempre di più tra spese fisse obbligatorie (quali gli stipendi) e stanziamenti dello Stato che progressivamente diminuiscono: il fondo di finanziamento ordinario é stato tagliato in due anni di circa 500 milioni di euro. Davanti a queste norme il governo e il ministro Gelmini abbiano almeno il buon gusto di risparmiarci la vuota retorica dell’impegno in favore del merito e delle opportunità per i giovani”.
Vuoi un figlio? Ti schedo. Secondo il Milleproroghe, coloro che ricorreranno alla fecondazione assistita verranno schedati dal Ministero della Salute. La politica entra pesantemente nelle scelte più private e faticose degli italiani. Lo ha denunciato nel corso del suo intervento nel dibattito, la senatrice Fiorenza Bassoli, capogruppo Pd in Commissione Sanità. “Una decisione – precisa la senatrice – che fa pensare più a una valutazione politica che a una volontà di affidare agli istituti competenti i dati raccolti”.
Taglio dei finanziamenti destinati ai malati di Sla. La senatrice Bassoli ha poi rilevato un ulteriore emendamento del governo peggiorativo dei finanziamenti destinati ai malati di Sla e alle loro famiglie: “E’ peggiorativo in quanto si è passati da un finanziamento di 100 milioni per i malati di SLA, previsto in commissione Bilancio, ad un provvedimento una sla tantum e non di un fondo destinato. Significa che se non verranno utilizzati tutti i finanziamenti la parte restante rimarrà al fondo del 5xmille da dove sono stati prelevati. Inoltre, data l’occasionalità dei finanziamenti non sono previste le modalità di come verranno distribuiti a grande svantaggio della continuità assistenziale e di cura ai malati di SLA e del necessario sostegno alle famiglie”.
Nessuno spazio nel Milleproroghe per i lavoratori somministrati, gli ex-interinali, dell’INPS. “I 1200 giovani, donne e uomini, sopravvissuti al taglio di 600 unità già effettuato, che fino ad ora hanno consentito all’Istituto di Previdenza di funzionare, da oggi, per effetto della legge di stabilità che non si è voluto modificare, rischiano di essere ‘sbattuti fuori’ andando ad alimentare così il già cospicuo bacino di lavoratori precari italiani”. Lo ha dichiarato Teresa Bellanova, deputato Pd della commissione Lavoro della Camera. “Nessuno della maggioranza si è preoccupato di prorogare i contratti di questi lavoratori, per i quali il PD aveva presentato un apposito emendamento. Per Pdl e Lega – conclude Bellanova – giovani, pensionati, invalidi non contano quanto gli allevatori padani morosi”. Non è certo la frustata all’economia annunciata da Berlusconi pochi giorni fa, anzi il cosiddetto decreto milleproroghe può essere sintetizzato come un’accozzaglia di norme eterogenee e spesso contraddittorie, molte delle quali dettate da interessi particolari. Nel provvedimento manca completamente un filo conduttore a dimostrazione dell’assenza di un organico progetto industriale per affrontare la grave crisi che attanaglia il Paese. Nonostante la propaganda governativa, non è certo questo lo strumento per rilanciare i consumi, innescare le leve dello sviluppo e favorire l’occupazione.
“E’ una vergogna, per come è stata decisa e soprattutto per il suo contenuto con effetto retroattivo, la norma inserita nel maxiemendamento del Governo al Milleproroghe che blocca la restituzione ai correntisti delle somme illegittimamente addebitate dalle banche a causa dell’anatocismo. Una norma che equivale ad affossare definitivamente i diritti dei consumatori nel nostro Paese, in quanto annulla sentenze che nel corso di un decennio di contenzioso avevamo dato ragione alle associazioni dei consumatori e a migliaia di cittadini. Basterebbe soltanto questo aspetto per sfiduciare un governo che, oltretutto, inserisce una disposizione di tale portata senza consentire un
minimo di esame alle Commissioni parlamentari. E’ poi oltremodo grave che il ministro Tremonti abbia mantenuto questa norma scandalosa nel maxiemendamento presentato ieri sera, nonostante le indicazioni sulla costituzionalità di tale prassi legislativa formulate dal Presidente delle Repubblica. Il governo ha chiesto la fiducia anche per far digerire a molti deputati della maggioranza un intervento che procurerà un danno grave a migliaia di piccole imprese e famiglie che avevano pagato ingiustamente alle banche migliaia di euro a titolo di interessi”. Così Antonio Lirosi, responsabile Consumatori del Partito Democratico
COSA NON C’E’ PIU’ NEL MILLE PROROGHE
Stop alle demolizioni delle case abusive in Campania, anche se costruite in aree protette. Dal centrodestra l’ennesimo condono edilizio, questa volta “ad regionem”: solo per la Campania e vale anche per le aree con vincoli paesaggistici. In particolare, la norma del governo serve a salvare 600 case abusive ad Ischia. Invece di imporre il rispetto delle regole nella Regione con il maggior tasso di illegalità si sceglie di aiutare chi commette i reati. “La norma che sospendeva in Campania le demolizioni di immobili abusivi era una sorta di voto di scambio preventivo: via libera all’illegalità edilizia per ingraziarsi qualche centinaia di abusivi. E’ un bene che sia stata tolta dal decreto milleproroghe, la speranza è che i Sarro, i Cosentino e i vari difensori dell’abusivismo che ha già abbondantemente devastato la Campania non ci riprovino, e comunque continueremo a vigilare affinché la legalità non venga calpestata”. Lo dicono i senatori del Pd Roberto Della Seta e Francesco Ferrante. “Ci auguriamo anche – aggiunge Della Seta – che sui temi della lotta all’abusivismo edilizio il nostro partito in Campania parli senza ambiguità, lasciando ad altri argomenti del tutto pretestuosi come il cosiddetto abusivismo di necessità: la lotta contro il mattone selvaggio, che spesso vede coinvolti interessi criminali, è parte irrinunciabile dell’impegno per dare alla Campania un futuro di progresso civile, sociale ed economico”.
“Nella grande confusione del mille proroghe, con le contraddizioni interne alla maggioranza che l’ennesimo voto di fiducia si incarica nuovamente di risolvere, ci siamo preoccupati di vedere se alcuni dispositivi conquistati dall’azione del Pd sono rimasti in vigore”. Lo dice Cesare Damiano, capogruppo Pd in commissione Lavoro della Camera.
“Ci conforta – prosegue Damiano – che sopravviva la proroga fino al 31 dicembre prossimo della possibilità di impugnare i licenziamenti per i contrattisti a termine. È una norma da noi voluta che è riuscita a passare nonostante l’ostilità del ministro Sacconi. Così come è rimasta in vigore la proroga fino al 31 marzo prossimo della scadenza della validità dei concorsi svolti dalla pubblica amministrazione. In questo modo si apre uno spiraglio per i vincitori di concorso e per gli idonei, anche se la nostra richiesta è di portare questa scadenza almeno fino al 31 dicembre 2011. Il governo ha promesso di varare un apposito decreto prima della fine di marzo per andare nella direzione da noi richiesta. Vigileremo perché ciò avvenga. Per sostenere questo obiettivo il Pd ha presentato oggi una proposta di legge che prevede per le assunzioni nella pubblica amministrazione di esaurire le graduatorie di vincitori e idonei e di sbloccare il turn over. Il Pd sta in questo modo concretamente dalla parte dell’occupazione giovanile”.
Più assessori per Alemanno. Si sarebbe ingrassata la giunta per salvare Alemanno: gli assessori dovevano passare da 12 a 15. Artefice del colpo di mano il senatore – nonchè vicesindaco – Cutrufo. Aumento dei costi per cittadini stimato in 2 milioni di euro all’anno. Stessa strada potrà essere seguita da tutte le città sopra un milione di abitanti. Così viene cancellata la norma che consentiva di diminuire i costi delle amministrazioni comunali. Gravi effetti economici per gli atenei italiani. Per fortuna la norma è saltata