I giovani sono i grandi dimenticati della politica ferrarese

3 Giugno 2024

“Che cos’ha fatto questa amministrazione per il lavoro giovanile?” È la domanda che si pone la segreteria comunale del Pd estense con Sara Manservigi (referente lavoro), Cora Talmelli (referente sviluppo) e Giada Zerbini (referente politiche giovanili) a seguito dell’ultimo rapporto sul “Benessere equo e sostenibile”. Questo infatti riconfermerebbe “con forza quanto già emerso dai dati Ires, Anci, Upi e Istat e cioè che Ferrara è l’unica città in regione che non cresce”. Un quadro che innesca “una preoccupante situazione di fragilità dell’occupazione ferrarese che colpisce soprattutto donne e giovani”.

Stando a quanto riportano i dati del rapporto il benessere equo e sostenibile nella provincia di Ferrara che raccoglie dati Istat elaborati all’interno del Bes delle province, aggiornati al dato più recente elaborato dall’Istat (nei casi di seguito il 2022), nota che “i Neet ( giovani tra 15-29 anni che non studiano e non lavorano) salgono al 17,7% contro il dato medio regionale del 12,2%, la disoccupazione giovanile al 17% contro l’ 8,9% in regione”. C’è poi “un divario salariale notevole, oltre a un importante calo demografico che si attesta al -3%”.

Da notare anche che il tasso di occupazione giovanile (15-29 anni) vede Ferrara ai livelli del dato nazionale con il 33,1%, in forte calo rispetto al 2021 quando era il 41,1%. Cifra che ci avrebbe avvicinati al dato regionale per cui il tasso di occupazione giovanile è al 41,8% in aumento rispetto al 2021. Interessante, di conseguenza, anche il tasso di disoccupazione giovanile (percentuale di persone in età 15-34 anni in cerca di occupazione sul totale delle forze di lavoro di 15-34 anni, anno 2022) è per il ferrarese in forte aumento rispetto al 2021 passando da 11,5 a 17,0. Anche in questo caso più alto del livello regionale (8,9 in calo rispetto al 2021) e più alto anche del livello nazionale (14,4 in calo rispetto al 2021).

I dati riportati finora, è bene ricordare, sono provinciali e non comunali. Se però si guarda alla giunta Fabbri, secondo i dem “non ha saputo cogliere positivamente le opportunità derivanti dai programmi regionali Garanzia Giovani e Gol, come ad esempio il finanziamento dei tirocini formativi a beneficio delle aziende ospitanti”.

I dem fanno poi notare il “persiste il problema del mismatch tra domanda e offerta di lavoro, problematica che a Ferrara riguarda un’impresa su due. Infatti, le imprese dicono che il lavoro c’è, anzi è aumentato, ma spesso bisogna far fronte al ricambio generazionale negli organici e non trovano candidati qualificati o disponibili ai posti vacanti. È pur vero tuttavia che i sindacati denunciano da tempo una condizione reale di disoccupazione giovanile unita a vaste aree di lavoro nero nel turismo, edilizia, agricoltura e ristorazione”.

“Le organizzazioni datoriali e la Cciaa – aggiungono Manservigi, Talmelli e Zerbini – ci dicono che le figure ‘introvabili sono in ambito impiantistico, nella produzione meccanica e nei servizi. Oltre a questo, esistono carenze in materia di competenze digitali che, insieme alle nuove sfide sull’intelligenza artificiale, richiedono agli enti di formazione professionale di rispondere ai fabbisogni di personale nelle aziende. In questo il governo locale è chiamato a potenziare la rete attiva sul territorio, pubblica e privata, aumentando gli sportelli informativi per i giovani e facendo un’opera divulgativa direttamente nelle scuole”.

Preoccupazione per “lo spopolamento dei giovani da Ferrara”, “un fenomeno massiccio che interessa ancora di più le frazioni” e per contrastare il quale “bisogna garantire la presenza di scuole e microimprese di prossimità che possano rendere autosufficienti quelle aree, abitate per lo più da anziani e in via di desertificazione”. Per le politiche di sviluppo economico “servirà grande autorevolezza per insistere sulle opere di collegamento stradale e ferroviario verso Bologna e il porto a Ravenna, nonché un’accelerazione sul progetto Zona Logistica Semplificata”.

Una mossa auspicata sarebbe quella di “investire per la risoluzione del problema abitativo, riqualificando edifici già esistenti (di proprietà del comune) e di nuovi studentati, condizioni basilari per cui i giovani scelgano Ferrara”. I dem hanno infatti “più volte ribadito che occorre intercettare le risorse del Pnrr per creare nuove progettualità e non per lacune di tipo ordinario”.

“Il solo rifacimento degli asfalti – attaccano – non ci porterà a un’economia sana nel 2070. Dov’è la garanzia del diritto allo studio e agli alloggi per diventare cittadini partecipi della città e consentire di formare una famiglia? Una città incapace di dare opportunità e fornire un progetto a lungo termine significa che si sta giocando il futuro delle nuove generazioni, oltre alla stabilità di quelle presenti”.

Questa città si confermerebbe quindi “impreparata e non attrattiva per i giovani” mentre “alla luce di questi dati, che necessariamente coinvolgono la nostra città, come Segreteria dell’Unione Comunale riteniamo che non sia stato fatto abbastanza per le politiche giovanili e che i giovani paiono essere i grandi dimenticati dalla politica ferrarese”.

(da estense.com)


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