Preoccupa l’intervento del Vice-ministro alle infrastrutture, espresso
al congresso del nuovo sindacato carabinieri a Ferrara in tema di
giustizia e di tortura. Un discorso decontestualizzato e denotato da
una scarsa conoscenza della materia e dei principi costituzionali che
la regolano, oltre che del territorio e dei cittadini ferraresi.
La questione è chiara e si rispecchia benissimo nella scritta che
campeggia in ogni aula di Tribunale: “la legge è uguale per tutti”;
altrimenti non avrebbe senso costituirsi in uno stato di diritto.
Prevedere, poi, particolari fattispecie per i pubblici ufficiali,
deriva proprio dal loro peculiare ruolo di tutori della legge e
dell’ordine pubblico. Contestualmente sono previste, infatti, norme
discriminanti, finalizzate al compimento dei propri doveri, come l’uso
legittimo delle armi. Fulcro di tale previsione è proprio la
legittimità dell’utilizzo della forza, su cui nessuna mediazione può
essere ammessa.
Accusare di ‘cultura dell’antipolizia’ coloro che sono
istituzionalmente deputati a valutare la corretta applicazione della
legge – nel caso di cui trattasi: il legittimo utilizzo della forza –
è frutto di una visione distorta e inaccettabile della giustizia.
Solo su una cosa concordiamo col Viceministro, ossia, sulla profonda
gratitudine che ognuno di noi dovrebbe provare nei confronti di quei
servitori dello Stato che adempiono il loro ruolo con onore e
disciplina, perchè essi costituiscono la colonna portante
dell’ordinamento, senza i quali pace e convivenza civile non
potrebbero esistere: sentimento che sono sicuro risieda in ogni
cittadino ferrarese.
Matteo Proto
Referente Legalità
Segreteria Unione Comunale PD Ferrara