Lo scorso 23 aprile ho presentato la mia rendicontazione dell’attività parlamentare 2018-2021. Come scrivo nel documento, il mio secondo mandato da senatrice è per temi in continuità col primo da deputata e con una personale vocazione alla materia sanitaria. Nessun ambito, come l’emergenza sanitaria ed economica da Covid ci ha confermato, è democratico quanto la salute, attorno alla quale ruota il benessere del singolo, del nucleo famigliare, della comunità di appartenenza. Dall’altra parte c’è la sanità, che al singolo, alla famiglia, alla comunità, deve sapere dare risposte in termini di servizi. Di qui il mio impegno per un rafforzamento della medicina territoriale, ossia, come suggerisce il nome, dei territori, con erogazione di prestazioni a misura di una popolazione sempre più anziana e affetta da più patologie croniche, non ultime le demenze senili. Senza trascurare gli ospedali propriamente intesi, quindi per acuzie, che debbono essere rafforzati con assunzione di personale sanitario – come si è fatto in quest’ultimo anno – e con dotazioni strumentali all’avanguardia. Perché quando la pandemia finirà, perché finirà, il patrimonio anche umano oggi acquisito non deve andare disperso ma deve essere anzi consolidato. Ancora, dando valore a figure di estrema importanza come lo psicologo di cure primarie, gli infermieri e i fisioterapisti di comunità, gli oss e tutte le figure che possono rafforzare la sanità territoriale. Questi anni ci stanno mettendo a dura prova, anche sul fronte psicologico, senza differenze anagrafiche ma con una grande preoccupazione, sicuramente, per i giovani. Tutta la mia attività parlamentare, in entrambe le commissioni (Sanità, Infanzia e Adolescenza), i cui obiettivi spesso si incrociano, va in questa direzione. Perché una rendicontazione ora, a tre anni dall’insediamento e a due dalla scadenza naturale del 2023? Per trasparenza, semplicemente. Perché è nostro dovere raccontare ciò che facciamo. Ma anche per sfatare il luogo comune di una classe politica impermeabile ai problemi delle persone. Gli strumenti per verificare quel che facciamo ci sono, sono disponibili ma soprattutto accessibili. I siti istituzionali per primi. Eppure non mancano le grida di chi critica senza conoscere effettivamente il nostro lavoro, nella vulgata ridotto ad occupare una sedia per interessi propri. Chi critica non fa neppure questo sforzo di semplice ricerca – che sarebbe un diritto – perché pone l’attenzione sul malcostume, che fa notizia e produce malcontento, a differenza della correttezza, che non fa rumore e quindi non sollecita gli animi. La rendicontazione non pretende di essere esaustiva, ma consente di accedere alle fonti. L’ho fatta per rispetto di chi mi ha votata, di chi mi contatta, di chi ha fiducia in me. Per rispetto del mio partito, il Pd, che negli ultimi anni ha reso più civile questo Paese, soprattutto sul fronte dei diritti, che ancor oggi si vorrebbero in secondo piano rispetto alla crisi economica. Un grande sbaglio, perché non sono ambiti alternativi. Una società migliore è una società in cui si lavora e vive meglio perché ciascuno ha un suo posto. E in cui si diffonde lo spirito di solidarietà sempre invocato e invece ridotto a una lotta tra poveri. Lo vediamo ogni giorno. L’epidemia, poi diventata pandemia, ha svelato tutto. Dai canti sui balconi siamo rapidamente giunti all’aggressività. La sofferenza è indiscussa, questo non è in discussione. Come ha ricordato Papa Francesco a Pasqua, dalle macerie si può ricostruire. I più cinici diranno che è semplice da affermare, meno da attuare. Io chiedo: abbiamo scelta? La risposta è no. Io nelle risorse di questo Paese, che vive un prima – durante – post Covid, con una vasta gamma di problematiche nuove, credo. Ma serve interrompere la spirale di negatività. Serve che tutti diventiamo disponibili alla fiducia. E la fiducia passa per la trasparenza.
A questo link potete trovare la rendicontazione della mia attività parlamentare (2018-2021):
https://www.paolaboldrini.it/wp-content/uploads/2021/04/Paola-Boldrini-rendicontazione-parlamentare-2018-2021.pdf
Paola Boldrini, vice presidente Commissione Sanità in Senato.