di Luigi Vitellio e Eric Zaghini
Quest’ultimo scorcio del 2015, finalmente, ci porterà in dote il definitivo superamento delle faticose e gravose politiche di risanamento dei conti pubblici, rese necessarie dall’eredità lasciataci da anni di sconsiderato malgoverno del centrodestra.
La legge di stabilità, approvata dal Consiglio dei Ministri il 15 ottobre, ed ora al vaglio del Parlamento, ha tutte le carte in regola per dare un’ulteriore spinta alla crescita del Paese.
In essa è contenuto un mix di misure di stimolo all’economia e di equità sociale fondate su:
1) Forte riduzione del peso fiscale sulle famiglie italiane, grazie al definitivo pensionamento della Tasi sulla prima casa, alla detassazione dei premi e del salario di produttività, all’estensione del regime forfettario di imposizione al 15% per le partite IVA.
2) Lotta alla povertà, sostegno alla disabilità e contrasto del disagio sociale, contenute in specifiche misure che, sommate, valgono quasi due miliardi di Euro.
3) Incentivo alla spinta produttiva, fondato sul super ammortamento degli investimenti delle imprese, sulla diminuzione di ben tre punti dell’IRES gravante sulle società, sulla rinnovata spinta alla diminuzione del costo dei contratti a tempo indeterminato.
4) Incentivo agli investimenti nel settore agricolo, strategico per la provincia di Ferrara, grazie all’abolizione dell’Imu per i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali e all’abolizione dell’IRAP agricola.
5) Incentivo agli investimenti degli enti locali, che, per la prima volta da quasi vent’anni, non solo vedranno intaccate le risorse assegnate, ma vedranno finalmente pensionato il vituperato patto di stabilità interno, che cederà il passo a regole di finanza pubblica più semplici che consentiranno di liberare risorse, in precedenza accantonate senza possibilità di spenderle, la cui stima, da parte dell’ANCI, si aggira sui tre miliardi di Euro.
Tutte queste misure verranno realizzate in un contesto di riduzione sia del rapporto deficit/Pil, sia di quello debito/Pil, senza cioè gravare sulle future generazioni.
Grazie alle riforme strutturali che il Governo ha messo in campo nell’ultimo biennio, a cominciare dal Jobs Act, dalla riforma delle Pubblica Amministrazione, dalla riforma Istituzionale, il nostro Paese si è assicurato la credibilità internazionale necessaria per mettere in pratica politiche espansive, anche col sostegno della Commissione europea e dei mercati internazionali.
Grazie al Partito Democratico, l’Italia del 2016 sarà più forte, più competitiva, più equa. E ciascun cittadino potrà guardare al proprio futuro con un rinnovato spirito di fiducia.