di Paolo Calvano (Segretario Provinciale PD Ferrara)
Il tema della scelta diretta dei rappresentanti in Parlamento e del loro rapporto con il territorio, torna sistematicamente d’attualità quando si parla di modifica della legge elettorale. La crisi della rappresentanza sta alla base della ritrovata centralità di questo tema: il cittadino vuole avere la possibilità di scegliere chi lo deve rappresentare per poter poi chiedere conto del suo operato.
Il Partito Democratico ha fatto proprio questo sentimento e nell’ultima tornata elettorale per sopperire alle lunghe liste bloccate del Porcellum ha scelto la strada delle primarie per i parlamentari, componendo quelle liste in base al risultato della consultazione di iscritti ed elettori.
La riforma elettorale che presto (finalmente) arriverà alla Camera riapre ovviamente la discussione su questo punto, con i sostenitori delle preferenze da una parte e quelli dei collegi uninominali dall’altra, entrambi contrari a qualsiasi forma di lista bloccata.
Nel PD tra le due opzioni è da sempre emersa una preferenza importante verso i collegi uninominali, memori della deriva che le preferenze hanno determinato nel corso della Prima Repubblica, deriva tornata d’attualità con il caso Fiorito.
Personalmente la ritengo anch’io la cosa migliore, ma al contempo sono consapevole che anche con il collegio uninominale si aprirebbe un tema: a chi deve essere affidato il compito di scegliere il candidato di collegio del PD?
In un periodo storico antecedente a questo, nel quale le strutture di partito avevano una loro credibilità e autorevolezza, nessuno avrebbe obiettato al fatto che tale decisione competesse, dopo ampia discussione, agli organismi di partito.
Oggi, siamo tutti consapevoli che non sarebbe così. Ci sarebbero iscritti, elettori e dirigenti stessi che chiederebbero a gran voce le primarie di collegio e sarebbe una richiesta sacrosanta e condivisibile.
La stessa richiesta scatterebbe a maggior ragione in presenza di liste bloccate, possibilmente corte.
E allora giungo alla conclusione che liste corte bloccate o collegi uninominali poco cambierebbe, se la scelta di chi ci dovrà rappresentare la faremo con le primarie.
Se poi gli altri partiti useranno le liste bloccate per metterci i cortigiani del capo, se ne assumeranno le responsabilità di fronte agli elettori, che sapranno giudicare gli uni e gli altri.
PS: se nelle liste bloccate ci sarà qualcuno/a per nomina di partito o del candidato premier per portare in Parlamento competenze indispensabili ai lavori parlamentari, non mi scandalizzo. Buone competenze sono indispensabili per fare buone leggi.