Oggi, attraverso il riuso sociale previsto dalla legge 106/96, votata in Parlamento all’unanimità, i beni confiscati alla mafia vengono gestiti dalle associazioni di volontariato che operano nei settori del disagio sociale, dalle cooperative sociali che creano posti di lavoro recuperando soggetti a rischio, dalle organizzazioni che offrono servizi di promozione e crescita civile e culturale alla comunità. Molti altri beni, inoltre, vengono utilizzati dallo Stato come caserme, scuole, uffici pubblici, producendo un notevole risparmio di risorse.
Con l’emendamento proposto dalla maggioranza di centro-destra verrà invece reso possibile vendere tali beni, rinunciando al loro riutilizzo sociale e rischiando addirittura che, attraverso il tramite prestanome, ritornino in gestione alla criminalità organizzata.
Il Partito Democratico di Ferrara con quello dell’Emilia Romagna si mobilitano per sostenere l’appello di Libera. I dati, aggiornati al giugno 2009, vedono 66 beni immobili confiscati nella nostra regione, di questi solo la metà è stata assegnata e 8 sono nella nostra Provincia.
Anche i gruppi consiliari del PD del Comune e della Provincia di Ferrara hanno sottoscritto la petizione di Libera per chiedere il ritiro dell’emendamento alla Finanziaria presentato dal PdL sulla vendita dei beni confiscati alla mafia.
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