Abbiamo aderito fin dal primo momento a quella idea di nuovo partito lanciata da Veltroni un tempo che sembra ormai lontano, ma che in effetti è l’altro ieri.
Abbiamo immaginato e anche sognato che uomini e donne con esperienze e percorsi diversi, ma con un punto fermo comune e fondamentale, in una società in continuo cambiamento e pervasa da mille contraddizioni, quello della necessità di una nuova politica “alta” protesa a perseguire il bene comune e l’interesse collettivo, potessero mettersi insieme, non certamente con l’obiettivo di rinnegare ciascuno il proprio passato, ma forti della propria esperienza, guardare finalmente al futuro, magari immaginandolo e lavorando perché fosse migliore.
E allora il “SI PUO’ FARE” di quel momento che ha dato vita al Partito Democratico, continua ad essere lo slogan che ci unisce.
E’ quindi chiaro e netto il rifiuto al “SI PUO’ DISFARE” che da qualche parte, all’interno del PD Ferrarese, viene avanti e, guarda caso, sempre e solo nei momenti dei Congressi o di appuntamenti elettorali, il tutto condito da povertà di idee e di prospettive.
Rafforzare un gruppo dirigente o un segretario di partito affermandone, se mai vi sia, la fragilità, non significa lanciare siluri che vuol dire proprio il contrario cioè aumentarne la fragilità , ma offrire contributi di idee e proposte, certamente non astenersi dalle critiche se necessarie, ma dare il meglio di ciascuno per risolvere i problemi e offrire prospettive di crescita.
Tutto questo per dire che l’ennesima diatriba precongressuale che si è scatenata in questi giorni, non ci vede per nulla soddisfatti. Noi riconosciamo a Paolo Calvano la capacità di aver mantenuto la barra al centro, attraverso mille difficoltà, e di lavorare per un partito dove tutti possano “starci bene”, dove lo sforzo per mantenerne l’unitarietà deve trovare la massima coesione proprio in nome di quel “SI PUO’ FARE” che ci ha attratto e convinto.
Fino a quando Calvano proseguirà su questa strada avrà la nostra fiducia.
Dall’altra parte, poi, considerata anche l’esperienza sindacale di molti di noi, e considerati i momenti drammatici di questi due anni di crisi, non possiamo non riconoscere agli attuali Amministratori l’estenuante lavoro e gli sforzi messi in campo per risolvere o tentare di risolvere gli innumerevoli e gravi problemi davanti ai quali ci siamo trovati.
Non si è trattato di buchi nelle strade, pure importanti, ma di innumerevoli crisi aziendali con in ballo il destino dei lavoratori e delle aziende, di come abbassare il costo dell’energia nell’area industriale, di come affrontare i veri problemi di Cona per cercare di cogliere al meglio le straordianarie opportunità sanitarie e di sviluppo per tutta la provincia, di come dare sostegno vero, seppure nella ristrettezza delle risorse, alle centinaia di persone scivolate in cassa integrazione o licenziate, e così via. Questi e molti altri i veri problemi di un anno e mezzo a dir poco tragico. Certo si può fare sempre di più e meglio, ma questo può avvenire solo con il contributo e la cooperazione di tutti: bisogna non disperdere ma concentrare gli sforzi per dare risposte e prospettive: va bene quindi tutto ciò che unisce e non che divide.
Una cosa tuttavia è certa, sono sempre meno le persone che si affezionano agli ormai vuoti giochi di potere, tutto sommato ben miseri di fronte alle sfide che abbiamo davanti.
Baiamonte Paolo
Barberis Bruna
Bottoni Fabio
Cazzoli Sauro
Vendra Maria Cristina
Busi David
Paramucchi Paolo
Dalbuono Sergio
Busi Michele
Fergnani Patrizio
Titi Claudia
Menatti Roberta
Capatti Cesare
Canella Claudia
Busi Giovanni
Benfenati Luca
Corazzari Cristina
Pace Alessandro
Andreotti Grazia
Rapini Lorella
Astolfi Maurizio
Franco Fogli
Benatti Enrico
Ferrara, 29 maggio 2010